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mercoledì 27 marzo 2013

Scake(41 anni) recensisce "Racconti londinesi" di Doris Lessing


 
 

Questo libro non e` un nuovo acquisto. Lo comprai un mondo di anni fa, prima di sposarmi, sicuramente studentessa universitaria.
Mi aveva attratto di questa autrice che abbia vissuto in molti posti diversi.

In effetti sembra che io ogni tanto preferisca autori che hanno girato il mondo: li leggo quando ho bisogno di un respiro piu` ampio, un confine allargato, quando sogno di fare casa altrove.

Il fatto e` che  ho la prospettiva di un terzo viaggio a Londra fra meno di un mese.
E allora ho ripescato dalla mia libreria questi racconti.
Mi preparo a riassaporare la freschezza e la crudita` della grande citta`, ad inalare il puzzo e i profumi dell'umanita` cosi` varia che abita Londra.
Ricordo quando ci andai la prima volta con il passeggino e una piccola bimba di 6 mesi sepolta sotto strati di indumenti, per proteggerla dall'aria tagliente autunnale.
La piu` lunga sequenza di belle giornate inanellate una dietro l'altra nella storia dell'autuno londinese: 10 giorni di sole. E freddo pungente.
 
Ed effettivamente in questi racconti la citta` c'e`, per chi l'ha vissuta e` perfettamente riconoscibile.
E` negli sguardi delle persone che la abitano, sguardi di occhi di tutti i colori e forme.
Londra come tutte le metropoli e` un coacervo di civilta`, ma questa citta`, come sentivo commentare dagli speakers scozzesi quest'estate durante le Olimpiadi, e` realmente la casa di tutte le etnie, a differenza di molti altri grandi centri in cui gli immigrati sono presenti in grandi numeri.
Dell'integrazione razziale ne hanno fatto un punto di partenza, non uno di arrivo come da noi.
 
Questi racconti sono molto moderni e offrono uno spaccato assolutamente attuale della vita dei cittadini londinesi, delle loro abitudini, dei loro ritmi.
Quello che mi colpisce di piu` e` l'occhio acuto di Doris che penetra nelle dinamiche interpersonali.
Nelle famiglie di oggi che sono diverse da quelle di allora, almeno nella forma, ma non nella sostanza perche` i problemi sono sempre gli stessi.
E` cambiato il modo di affrontarli e di parlarne.
Sara` meglio adesso? Era meglio prima?
Doris non giudica, descrive.
Certo quello che e` un avvenimento grave oggi come oggi puo` essere vissuto come un fatto normale: partorire in una baracca e lasciare la bambina in una cabina telefonica perche` dei passanti la raccolgano per esempio.
Si puo` vivere senza grossi sensi di colpa, senza grossi problemi.
Oggi tutto si puo` perche` tutto e` relativo.
 
Ogni singola vita tenta di sopravvivere in un posto infinitamente grande e disorientante come una metropoli. Ognuno come puo`: una neonata stretta nella sua coperta, una donna divorziata aggrappata ad una nuova idea di famiglia allargata, una anziana in un ricordo.
Ci sono sempre le donne in questi racconti, come fossero il motore della citta`,
E per ognuna di loro Doris ha un linguaggio diverso, sembra che lei sia tutte loro e contemporaneamente la macchina fotografica che le ritrae.
Uno stile asciutto, poche parole, nessuna enfasi.
 
"Rimase seduta da sola nella cucina silenziosa. Sentiva i passi di Sebastian di sopra, ed era contenta di sentirli. Il pallido sole inglese la` fuori, la gente che passava davanti alla casa, il rumore di una macchina che percorreva la stradina, l'ombra di un uccello sulle pietre del cortile - tutto questo le ispirava un'atmosfera di frammentazione, cambiamento, perdita. Comincio` a sentirsi fuori posto, li` impettita come una sentinella, con le dita intorno al gambo del bicchiere vuoto. Forse anche lei doveva andare a riposare un po'. Perche` no?" 
 
La prima volta che vidi un libro della Lessing (non ne ricordo il titolo) fu sullo scaffale di una libreria a casa di amici e subito chiesi:"Ho sentito nominare questa scrittrice, com'e`?".
La padrona di casa aveva alle spalle una giovinezza di costumi liberi, poi si era sposata ed aveva aderito con serieta` ai principi della morale cristiana.
"Ah le mie letture giovanili! Non proprio in linea con le mie idee attuali..."
Non afferrai il concetto al momento, poi mi informai di piu` e venni a conoscenza del fatto che la Lessing era stata osannata dalle femministe che la ritenevano una di loro, anche per via dei suoi due divorzi. 
Ma in quest'opera del 1993 non so cosa ci sia di femminista, trovo che dia voce all'anima femminile: mette in parole, ma soprattutto in istantanee, le sue fragilita`, le sue paure ed i suoi desideri, la confronta con l'anima dell'uomo che e` diversa, ma non per questo inferiore.
 
Poi stasera cerco in Wikipedia la voce Doris Lessing e leggo:
 
"Doris Lessing non ama l'idea di essere considerata un'autrice femminista.
Quando una volta le chiesero perché, rispose:
« Quello che le femministe vogliono da me è qualcosa che loro non hanno preso in considerazione perché proviene dalla religione. Vogliono che sia loro testimone. Quello che veramente vorrebbero che io dicessi è "Sorelle, starò al vostro fianco nella lotta per il giorno in cui quegli uomini bestiali non ci saranno più". Veramente vogliono che si facciano affermazioni tanto semplificate sugli uomini e sulle donne? In effetti, lo vogliono davvero. Sono arrivata con grande rammarico a questa conclusione »"
 
Questi racconti mi sono piaciuti. L'unico letto con un po' di fretta con la voglia che finisse presto e` "Il pozzo". Per il resto bello, davvero.
 
 
 

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Grazie Scake